Gabriel García Márquez

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Elbereth Incantus
icon12  view post Posted on 15/2/2008, 10:22




« La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla »

Biografia
Primogenito del telegrafista Gabriel Eligio García e di Luisa Santiaga Márquez Iguarán, Gabriel García Márquez nacque ad Aracataca, un paesino fluviale della Colombia, il 6 marzo di un anno che molte fonti indicano nel 1928. Altre invece (fra cui gli Oscar Mondadori) smentiscono questa come una credenza, e affermano che lo scrittore sia venuto alla luce in realtà un anno prima, nel 1927. Dopo il trasferimento a Riohacha, crebbe con i nonni materni: il colonnello Nicolás Márquez e sua moglie Tranquilina Iguarán.
Nel 1937, a seguito della morte del nonno, Gabriel García Márquez si trasferì a Barranquilla per studiare. Dal 1940 frequentò il Colegio San José e si diplomò al Colegio Liceo de Zipaquirá nel 1946.
L'anno dopo, García Márquez si trasferì a Bogotá per studiare giurisprudenza e scienze politiche presso l' Universidad Nacional de Colombia, ma presto abbandonò lo studio di quelle materie che non lo affascinavano.
Dopo i disordini del 1948, in cui nel rogo della pensione in cui abitava bruciarono alcuni suoi scritti, si trasferì a Cartagena dove cominciò a lavorare dapprima come redattore e poi come reporter de "El Universal". Alla fine del 1949 si trasferì a Barranquilla per lavorare come opinionista e reporter a "El Heraldo". Su invito di Álvaro Mutis, nel 1954 García Márquez tornò a Bogotá, a lavorare a El Espectador come reporter e critico cinematografico. Nel 1958, dopo un soggiorno a Londra, García Márquez tornò in America, stabilendosi in Venezuela.
A Barranquilla, sposò Mercedes Barcha, da cui ebbe presto due figli, Rodrigo (nato a Bogotá nel 1959) e Gonzalo (che nacque in Messico tre anni più tardi). Nel 1961 si trasferisce a New York come corrispondente di Prensa Latina. Le continue minacce della CIA e degli esuli cubani lo inducono a trasferirsi in Messico.
Nel 1967 pubblicò la sua opera più nota: Cent'anni di solitudine un romanzo che narra le vicende della famiglia Buendía a Macondo. Un'opera che è considerata la massima espressione del cosiddetto realismo magico. Una curiosità: il paese immaginario Macondo deve il suo nome ad una zona vicino al suo paese di origine, dove erano presenti molti vigneti, che l'autore poteva vedere in treno durante i suoi viaggi.
Dal 1975, Márquez vive tra il Messico, Cartagena de Indias, L'Avana e Parigi. Nel 1982, venne insignito del Premio Nobel per la letteratura. Nel 1999 gli viene diagnosticato un cancro linfatico che lo spinge a iniziare a scrivere le sue memorie e nel 2000 il periodico peruviano "La República" diffonde l'errata notizia secondo cui il nobel sarebbe ormai agonizzante.
Poco dopo iniziò a circolare in rete uno scritto, "La Marioneta", del quale gli venne attribuita la paternità, quale suo commiato dagli amici più cari. L'errata attribuzione di paternità ebbe una rapidissima diffusione grazie ad internet. In un'intervista al periodico mattutino salvadoregno "El Diario de Hoy", datata 2 giungo 2000, fu lo stesso Marquez a smontare la diceria, affermando, tra l'altro: "Quello che potrebbe uccidermi è che qualcuno creda che io abbia scritto una cosa così kitsch. E' la sola cosa che mi preoccupa". In seguito, Marquez e il vero autore dell'opera, Johnny Welch, si incontrarono, ponendo fine alla querelle.
Nel 2002 ha pubblicato la prima parte della sua autobiografia intitolata Vivere per raccontarla. Nel 2005 Marquez, vinta la sua battaglia contro il cancro, è tornato alla narrativa pubblicando il romanzo "Memorie delle mie puttane tristi".


Le opere più importanti

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Cent'anni di solitudine (titolo spagnolo Cien años de soledad, 1967) è un romanzo del Premio Nobel colombiano Gabriel Garcìa Màrquez e una delle opere più significative della letteratura del Novecento.
L'opera narra la storia di una famiglia, i Buendía, seguendone le vicende per sei generazioni, in un mitico villaggio sperduto tra le paludi: Macondo, che per molti aspetti ricalca il paese natale dello scrittore.
Dal fondatore del villaggio e capostipite della famiglia José Arcadio Buendía, si articolano eventi e personaggi che seguono itinerari circolari in un tempo "congelato" attraverso il quale milioni di piccole vicende si intrecciano ma dove tutto resta sostanzialmente invariato attorno a quel fulcro centrale che è il villaggio e la vita che vi si conduce.
La ripetitività del tempo e dei fatti è appunto il grande tema del romanzo, un tema in cui l'autore riconosce la caratteristica della vita colombiana e attraverso cui vediamo delinearsi altri elementi: l'utilizzo di un "realismo magico" che mostra un microcosmo arcano in cui la linea di demarcazione fra vivi e morti non è più così nitida e in cui ai vivi è dato il dono tragico della chiaroveggenza, il tutto con un messaggio cinicamente drammatico di fondo.
Albero genealogico della famiglia BuendíaLa solitudine del titolo è dunque la condizione di ogni uomo all'interno di questo microcosmo: i vivi si agitano e combattono senza tuttavia muoversi da uno stesso punto e i morti ritornano sulla terra come sagome, così solitarie e affrante che finiscono per diventare amiche di quelli che erano stati in vita i loro peggiori nemici.
Il messaggio finale, che dà tutto il senso della tragedia umana, mostra come infine tutte le vicende attraversate dai personaggi portino l'ultimo della stirpe a comprendere l'entità dell'incapacità di evolversi. Troppo tardi, perché nel momento stesso in cui egli arriva alla scoperta che ha valso cent'anni di solitudine, scatta la punizione "divina" sotto forma di un biblico vento che spazzerà via ogni traccia del villaggio, ormai quasi una cittadina, e dei suoi abitanti.Insomma, in definitiva la storia corale della famiglia Buendìa, affollato crocevia di speranze, desideri e sogni... una famiglia così densa ed impregnata di forti sentimenti ma così chiusa nelle sue effimere illusioni da sprofondare nella più sconsolante e più irrimediabile delle solitudini.

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Cronaca di una morte annunciata, (Crónica de una muerte anunciada,1981) è uno dei romanzi più conosciuti di Gabriel García Márquez.
Il libro narra la vicenda di Santiago Nasar. Accusato di aver tolto l'onore ad Angela Vicario, viene ucciso dai fratelli di lei, la mattina dopo le nozze. Quella stessa mattina, infatti, il marito, Bayardo di San Roman, ripudia la moglie, rimandandola nella casa paterna.
La cronaca della giornata in cui Santiago viene accoltellato si intreccia con la vicenda amorosa dei due sposi, con il racconto della prodigiosa festa di nozze e con i destini dei protagonisti della vicenda dopo quel fatale giorno. Come suggerito dal titolo, la volontà di uccidere il protagonista viene annunciata dai fratelli Vicario a tutto il paese, ma il destino appare fatalmente inevitabile. Il narratore è un amico di Santiago che interrogando le persone a lui care riesce a ricostruire i giorni prima e dopo il delitto.


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L'amore ai tempi del colera (nella lingua originale El amor en los tiempos del cólera) è un romanzo del Premio Nobel, Gabriel Garcia Marquez autore del bestseller mondiale Cent'anni di solitudine.
Nel 2007 il romanzo è stato per il grande schermo del regista Mike Newell gia affermatosi grazie al suo lavoro con il quarto film della saga di Harry Potter. L'amore ai tempi del colera vede come protagonisti Giovanna Mezzogiorno e Javier Bardem nei ruoli di Fermina e Florentino.
Per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni Florentino Ariza ha perseverato nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi, senza mai vacillare davanti a nulla, resistendo alle minacce del padre di lei e senza perdere le speranze neppure di fronte al matrimonio d'amore di Fermina con il dottor Urbino. Un eterno incrollabile sentimento che Florentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino all'inattesa, quasi incredibile, felice conclusione. Una storia d'amore e di speranza con la quale, per una volta, Gabriel García Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo continuo impegno di denuncia sociale per raccontare un'epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell'assolato Caribe e della sua gente. Un affresco nel quale, non senza ironia, si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e abitudini, aggiungendo una nuova folla di protagonisti a una tra le più straordinarie gallerie di personaggi della letteratura contemporanea.

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Dell'amore e altri demoni è un romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
Racconta la storia d'amore tra una bambina creduta posseduta e il prete che avrebbe dovuto esorcizzarla. È un racconto surreale tipico di Marquez, con molti particolari fiabeschi ma che comunque riesce a essere quasi verosimile pur nell'assurdo contesto in cui si svolge la vicenda. I temi principali sono l'amore contrastato dei due amanti, l'ingiustizia dell'inquisizione della chiesa, l'amore paterno scoperto troppo tardi dal padre della bambina e l'ostinazione delle credenze popolari (tema molto ricorrente nella narrativa di Marquez).


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Memoria delle mie puttane tristi (titolo originale spagnolo: Memoria de mis putas tristes) è un romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
In una vita effimera, votata alla ricerca dell'amore nella sua forma più carnale, un giornalista novantenne decide di concedersi per l'ultima volta una notte di passione con un'adolescente vergine. Assieme a questa ragazza ancora immatura troverà ciò che non è mai stato in grado di cogliere nel letto di tante altre donne: l'amore. Difatti ogni notte, giacendo immobile accanto a lei, intraprenderà un viaggio interiore alla scoperta di ciò che è stato e, che da un momento all'altro, potrebbe finire assieme ai suoi novant'anni.








 
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stella86
view post Posted on 15/2/2008, 10:29




Mah..ad essere sincera questo autore non mi ha mai incuriosita tantissimo...
ogni volta che capito il libreria e prendo in mano uno dei suoi libri..poi non mi viene voglia di comprarlo.. <_<
 
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Eli85
view post Posted on 15/2/2008, 13:15




Io ne ho sempre sentito parlare bene, però purtroppo l'unico suo libro che ho letto, Cent'anni di solitudine, non mi scorreva per niente, anzi.. L'ho trovata molto noioso.. l'ho letto proprio a fatica, la tentazione era quella di mollarlo a metà :P Però ormai son passati diversi anni, forse potrei dargli un'altra chance con altri libri [mi incuriosiva L'amore ai tempi del colera]..
 
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view post Posted on 18/6/2011, 18:25
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Ho letto Cent'anni di solitudine e armata di tanta pazienza l'ho finito. Mi è piaciuto!
Di recente ho letto il brevissimo "Memorie delle mie puttane tristi" e l'ho trovato brutto! Scritto male..sembrava un autore diverso! L'idea di fondo era buona e ci sono riflessioni significative. Questo però non basta per farne un bel libro. E nemmeno la firma è abbastanza.
 
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3 replies since 15/2/2008, 10:22   103 views
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