| Eli85 |
| | ***DAVID BOWIE***-L'uomo che cadde sulla Terra-“L’opera d’arte è compiuta solo quando il pubblico vi aggiunge la propria interpretazione. E’ proprio in quel grigio spazio intermedio che risiede il senso di un’opera.”- David Bowie, 1999L’8 Gennaio 1947, Elvis Presley celebrava il suo dodicesimo compleanno. A New York, Jackson Pollock sperimentava per la prima volta la pittura con la tecnica dello “sgocciolamento”. A Londra, un fenomeno straordinario segnava l’inizio di ogni nuovo giorno: a causa della temperatura particolarmente rigida, l’orologio della Lambeth Town Hall a mezzanotte batteva 13 rintocchi. A meno di mezzo miglio di distanza, al 40 di Stansfield Road, Brixton, Peggy Burns dava alla luce un neonato: David Robert Jones, in arte David Bowie. Questo topic parla di quel ragazzo, ma non vuole essere una biografia, piuttosto un modo per avvicinare chi ancora non lo conosce e per soddisfare i fans. A chi si affaccia sul mondo Bowie per la prima volta, rivolgo una raccomandazione: aprite la mente, dimenticate i pregiudizi e le etichette. Gran parte del fascino di Bowie risiede nel fatto che la sua carriera è un’implicita sfida alle nozioni convenzionali. Il Duca Bianco (uno dei suoi più celebri nomignoli per via del suo aspetto aristocratico, pallido e distaccato) è sempre riuscito a eludere qualsiasi tentativo di incasellarlo in categorie artistiche predeterminate e il risultato è una delle carriere più lunghe e brillanti dell’intera storia del rock. Lo stesso Bowie dice “ La cosa peggiore è mantenere un certo tipo di celebrità e di successo commerciale per tutta la carriera e poi ripensare a tutte le cose che si sarebbero potute fare o tentare, e chiedersi, “Perché non l’ho fatto?”” C’è comunque una costante nell’opera Bowiana ed è proprio la sua attitudine ad apportare “Cambiamenti” (una delle sue canzoni più celebri non a caso si intitola “Changes”). “Penso che ci sia una reale continuità in quello che faccio e consiste nel fatto che non faccio altro che esprimere me stesso in forme sempre contemporanee.” E ancora: “Probabilmente sono considerato il camaleonte del rock perché non faccio altro che cambiare.. sono i cliché la pura follia”. Altra tematica caratteristica del Duca è la ricerca dell’IO e gli inconvenienti che può portare la scoperta del proprio essere più profondo. Questa problematica la si può riscontrare nei suoi testi e nelle sue interviste: “Mi rivolsi a guardare me stesso”, solo per accorgersi che ciò equivaleva a “trovarsi di fronte a un estraneo”. (dalla canzone “Changes”) “Nel preciso istante in cui ti senti al sicuro, sei morto. Sei finito. E’ tutto finito. L’ultima cosa che desidero è sentirmi “sistemato”: (dichiarazione del 1976) “Non sapere in che direzione sto andando per me è la sensazione più eccitante. E’ un paesaggio sempre aperto.” Nessun altro artista della sua statura è stato altrettanto abile nel cavalcare il conflitto tra i campi contrapposti del “rock” e del “pop”. Bowie ha il raro dono di piacere sia ai fans dei Led Zeppelin che a quelli degli Abba, sia a quelli di Frank Zappa che dei Duran Duran. Questo proprio perché non ha mai voluto essere “incasellato” in una data categoria. “Non ho mai voluto che mi si considerasse il leader o il portabandiera di un movimento” ha dichiarato nel 1983 “Ho sempre preferito essere visto come un individualista. Ecco tutto.” Per i fans di Bowie infatti, lui non è altro che un modello di esortazione a rifiutare uniformi e schieramenti, a godersi l’attimo, il presente, e a sapere cogliere ogni opportunità e cambiamento che la vita ci offre. Essendo così inafferrabile, Bowie rimane un maestro nell’alimentare la sofisticata aura di mistero che circonda la sua opera. “Lasciatemi dire che le mie canzoni sono una costruzione”, ha confessato a Uncut nel 1999, “E’ piuttosto raro che contengano un particolare “significato” profondo. O , quanto meno, se ne hanno uno, si tratta di qualcosa di estremamente personale e non mi aspetto che gli altri lo percepiscano o lo comprendano. Non è questo il motivo per cui scrivo canzoni. Mi piace l’idea che siano veicoli che la gente può interpretare o usare a proprio piacimento. E’ un espediente. Ecco come intendo le canzoni e l’arte in genere. Certo, sono interessato a come un artista lavora, ma non ho bisogno di sapere esattamente cosa riguarda la sua opera. Sono perfettamente in grado di leggere da solo le cifre e i simboli.” Personalmente adoro David Bowie perché mi ha fatto conoscere tante cose di cui prima ignoravo l’esistenza: entrare a contatto con il suo mondo, ha significato per me conoscere il clima degli anni 70 e di conseguenza tutti i grandissimi della musica, quali Bob Dylan, Lou Reed, Iggy Pop, Rolling Stones, Beatles, Velvet Underground . Basta leggere un suo testo, che ritrovi migliaia di riferimenti a Nietsche, Andy Warhol, Oscar Wilde, Burroughs, Kerouac, Orwell.. insomma più conosco Bowie e più mi rendo conto che conoscerlo significa imparare a conoscere anche tutte queste cose. Qualcuno ha detto che David Bowie “riesce a rendere le cose magiche”, è verissimo. Sembra che lui guardi questo mondo, attraverso un altro mondo, creato dalla sua immaginazione. Credo che paragonare Bowie a qualunque altra icona del rock sia impossibile. La migliore motivazione di ciò penso l’abbia data Brian Eno “lui è unico nel suo genere”. Insomma Bob Dylan era un bravissimo cantautore, ma in lui manca l’aspetto teatrale che si ritrova in Bowie e così vale per gli altri: non c’è nessuno che ha esplorato ogni cosa per poter fare seriamente un paragone. In un certo senso Bowie è stato tutto, ma effettivamente non è stato niente di tutto ciò, anche se può sembrare contraddittorio. Non puoi neanche paragonare Bowie a Springsteen per esempio, perché gli intenti son ben diversi: Springsteen canta la sua musica parlando di politica e di problemi sociali.. Bowie non è mai didattico, lui vuole solo mostrare l’arte. L’arte in ogni suo aspetto: musica, cinema, teatro, mimo, pittura.. E la cosa più buffa è che effettivamente l’arte è.. totalmente inutile. Non ha nessun scopo che si riscontri con la realtà, l’arte è semplice bellezza e chiede solo di essere ammirata . Per spiegare meglio questo punto preferisco citare Oscar Wilde, che sicuramente sa spiegarlo molto meglio di me: “L’artista è il creatore di cose belle. Rivelare l’arte e celare l’artista è il fine dell’arte[…]L’artista non ha bisogno di dimostrare nulla: perché perfino la verità può essere dimostrata. Nessun artista ha intenzioni etiche.Uno scopo etico in un’artista è un imperdonabile manierismo stilistico.[…]Lo spettatore, e non la vita, viene rispecchiato dall’arte[…]La diversità di opinioni intorno ad un’opera d’arte indica che l’opera è nuova, organica e vitale[..]Possiamo perdonare ad un uomo l’aver fatto qualcosa di utile purchè non l’ammiri.L’unica scusa per aver fatto qualcosa di inutile è di ammirarla intensamente. Tutta l’arte è perfettamente inutile.” Un altro dei motivi per cui l’adoro, è la sua voce: come il look, questa sembra magicamente mutare e cambiare ad ogni album: se a volte essa è drammatica e disperata, altre è forte e possente, altre subdole e affascinante, altre ancora dolce e fragile. Una voce con mille toni diversi, ma mai priva di emozione. Ho terminato, ma in realtà questa è solo una minuscola e forse anche poco approfondita prospettiva di ciò che è Bowie, perciò limitarmi a dire che lo amo come cantante sarebbe risultato riduttivo : io ammiro il Bowie artista. Vorrei concludere con una citazione proprio dallo stesso Bowie, che, in un modo in cui a volte stupisce perfino me stessa, sembra sempre trovare le parole più adatte per descrivere ciò che provo: “E’ così divino, la sua anima splende, irrompe nella notte, il suo volto da eterno amante sorride all’intera razza umana, dice “Sono qualcuno”.. I suoi occhi guardano la tua anima, la sua mano è sul tuo cuore” Questo è per me David Bowie."David Bowie ha tutto. Ha veramente tutto".- Lou ReedUn ringraziamento particolare a "David Bowie: L'ENCICLOPEDIA" di Nicholas Pegg, dal quale ho preso alcune informazioni e idee.Bye Eli
Edited by Eli85 - 4/10/2004, 21:51
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